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Violenza sulle donne: convegno a San Giuseppe Vesuviano con magistrati, avvocati ed esperti
“Rispetto Donna”.
È il titolo del convegno che si terrà nel pomeriggio del 21 novembre in occasione dell’avvicinarsi della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, organizzato dalla Fidapa in collaborazione con il Comune e l’Ordine degli Avvocati di Nola. Relatori magistrati, politici ed esperti. Il dibattito inizierà alle ore 18 presso l’aula consiliare del Comune in piazza Elena d’Aosta.
Maltrattamenti in famiglia: reato abituale caratterizzato da fatti commissivi ed omissivi che comportano durevoli sofferenze fisiche e morali
Cassazione penale, sez. III, sentenza 03/04/2017 n° 16543 – Il reato di maltrattamenti (art. 572 c.p.) integra una ipotesi di reato necessariamente abituale che si caratterizza per la sussistenza di una serie di fatti, per lo più commissivi, ma anche omissivi, i quali isolatamente considerati potrebbero anche essere non punibili ovvero non perseguibili, idonei a cagionare nella vittima durevoli sofferenze fisiche e morali (nella specie, l’imputato aveva intrattenuto rapporti sessuali con l’amante all’interno della casa coniugale imponendo alla moglie l’accettazione di tale stato di fatto con gravi minacce).
Maltrattamenti: è necessaria una condotta di vessazione continuativa che deve costituire fonte di un disagio continuo
Per l’integrazione del delitto di cui all’art. 572 c.p., è necessaria una condotta di vessazione continuativa, che, pur potendo essere inframmezzata da periodi di “calma”, deve costituire fonte di un disagio continuo ed incompatibile con le normali condizioni di vita, poiché altrimenti deve escludersi l’abitualità del comportamento, implicita nella struttura normativa della fattispecie, ed i singoli fatti che ledono o mettono in pericolo l’incolumità personale, la libertà o l’onore di una persona della famiglia conservano la propria autonomia di reati contro la persona.
Maltrattamenti: la condotta abituale deve manifestarsi con più atti che determinano sofferenze fisiche e morali
Ai fini della configurabilità del reato di cui all’art. 572 c.p. la materialità del fatto deve consistere in una condotta abituale che si estrinsechi con più atti che determinano sofferenze fisiche o morali, realizzati in momenti successivi, collegati da un nesso di abitualità ed avvinti nel loro svolgimento da un’unica intenzione criminosa di ledere l’integrità fisica o morale del soggetto passivo, infliggendogli abitualmente tali sofferenze.
Maltrattamenti: il reato è integrato anche quando le condotte violente e sopraffattrici sono intervallate da condotte prive di tali connotazioni
Il reato di maltrattamenti in famiglia è integrato anche quando le sistematiche condotte violente e sopraffattrici non realizzano l’unico registro comunicativo con il familiare, ma sono intervallate da condotte prive di tali connotazioni o dallo svolgimento di attività familiari, anche gratificanti per la parte lesa, poiché le ripetute manifestazioni di mancanza di rispetto e di aggressività conservano il loro connotato di disvalore in ragione del loro stabile prolungarsi nel tempo.