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Violenze sulla compagna, l’uomo è ancora sposato: risponde di maltrattamenti comunque
Avv. Marco Trasacco | Ciò che esclude la sussistenza del reato di maltrattamenti in famiglia è, pur in presenza dei figli, il legame caratterizzato da precarietà ed instabilità (Cassazione penale sez. III, 06/10/2020, n.4424).
Sussiste l’ipotesi di maltrattamenti se le condotte offensive sono connotate da ripetitività
Avv. Marco Trasacco | Nel delitto di maltrattamenti le condotte devono essere connotate da ripetitività tale da costituire quella continuità ed abitualità che configura la condotta materiale del reato, dovendo questa consistere nella sottoposizione del familiare ad una serie di sofferenze fisiche e morali che, isolatamente considerate, potrebbero anche non costituire reato (Cassazione penale sez. IV, 25/11/2020, n.34351).
Maltrattamenti o abuso dei mezzi di correzione? La ritrattazione non sempre “salva” l’imputato
Avv. Marco Trasacco | Con riguardo al reato di maltrattamenti in danno dei figli minori non esiste alcuno spazio per la configurabilità del reato di abuso dei mezzi di correzione, a fronte di reiterate e conclamate condotte violente; non possono essere considerate come aventi finalità educative condotte vessatorie, umilianti e violente (Cassazione penale sez. VI, 21/01/2020, n.24027).
Violenza domestica: figlio naturale, ora possibile l’allontanamento dalla casa familiare anche per lesioni lievissime
Avv. Marco Trasacco | Possibile applicare l’allontanamento dalla casa familiare nei confronti di chi sia imputato o indagato anche per lesioni volontarie lievissime commesse nei confronti di figli naturali, discendenti o ascendenti in generale, nonché del coniuge, anche separato o divorziato, dell’altra parte dell’unione civile e del convivente in modo stabile con cui la vittima abbia un rapporto affettivo (Corte Costituzionale con la sentenza 14 dicembre 2018, n. 236).
Possono configurare reato (art. 572 c.p.) anche i maltrattamenti posti in essere dal marito nei confronti dell’ex moglie
Avv. Marco Trasacco | Maltrattamenti in famiglia, la durata della convivenza dopo il divorzio non incide sulla configurabilità del reato. Il reato di maltrattamenti contro familiari o conviventi è configurabile nell’ipotesi in cui i maltrattamenti siano posti in essere dal marito nei confronti dell’ex moglie, non rilevando in sé e per sé la durata della convivenza tra i due dopo il divorzio, quanto piuttosto l’esistenza di una stabile relazione affettiva tra l’imputato e la persona offesa, relazione che ha creato reciproco affidamento e aspettative di assistenza, protezione e solidarietà (Cassazione penale, sez. VI, 22/02/2018, n. 19868).
Maltrattamenti, tra marito e moglie la condotta assume maggiore gravità
Avv. Marco Trasacco | Il legame di coniugio tra la vittima e l’aggressore implica un maggior disvalore della condotta lesiva, riposando il rapporto di coniugio sul valore morale, sociale e giuridico della qualità di coniuge per la quantità dei doveri che comporta ed in ciò trova giustificazione la contestazione di tale aggravante nel delitto di lesioni, autonomamente e pienamente configurabile, anche nel caso di concorso con un reato nei confronti di un familiare (Cassazione penale sez. V 10 aprile 2018 n. 27446).