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Mantenimento: nel caso di minori, lo stato di bisogno è presunto salvo prova contraria
Avv. Marco Trasacco | Nei confronti dei minori, salvo prova contraria, lo stato di bisogno deve ritenersi presunto ed il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare viene ad integrazione anche nel caso in cui l’altro genitore ovvero i parenti di questo provvedono in via sussidiaria a corrispondere ai bisogni della prole (Corte di cassazione, Sezione VI Penale, con la sentenza del 22 aprile 2020, n. 12682).
Inviare ad un minore messaggi sessualmente espliciti può integrare violenza sessuale
Avv. Marco Trasacco | La fattispecie criminosa della violenza sessuale è configurabile, pur in assenza di un contatto fisico con la vittima, quando gli “atti sessuali”, compiuti con modalità telematiche, coinvolgano oggettivamente la corporeità sessuale della persona offesa, siano finalizzati soddisfare l’istinto sessuale e siano idonei a compromettere il bene primario della libertà individuale (Cassazione penale, sezione III, sentenza 8 settembre 2020, n. 25266).
Mantenimento: impossibilità oggettiva di provvedere e mera “incapienza” dell’obbligato
Avv. Marco Trasacco | In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare, l’omessa prestazione dei mezzi di sussistenza deve costituire una situazione di persistente, oggettiva ed incolpevole disponibilità di introiti e l’imputato ha l’onere di allegare gli elementi dai quali possa desumersi l’impossibilità ad adempiere all’obbligazione, senza che valga la generica allegazione di difficoltà economica (Corte di Cassazione, sez. VI Penale, sentenza n. 10091/19; depositata il 7 marzo).
Violenza domestica: figlio naturale, ora possibile l’allontanamento dalla casa familiare anche per lesioni lievissime
Avv. Marco Trasacco | Possibile applicare l’allontanamento dalla casa familiare nei confronti di chi sia imputato o indagato anche per lesioni volontarie lievissime commesse nei confronti di figli naturali, discendenti o ascendenti in generale, nonché del coniuge, anche separato o divorziato, dell’altra parte dell’unione civile e del convivente in modo stabile con cui la vittima abbia un rapporto affettivo (Corte Costituzionale con la sentenza 14 dicembre 2018, n. 236).
Possono configurare reato (art. 572 c.p.) anche i maltrattamenti posti in essere dal marito nei confronti dell’ex moglie
Avv. Marco Trasacco | Maltrattamenti in famiglia, la durata della convivenza dopo il divorzio non incide sulla configurabilità del reato. Il reato di maltrattamenti contro familiari o conviventi è configurabile nell’ipotesi in cui i maltrattamenti siano posti in essere dal marito nei confronti dell’ex moglie, non rilevando in sé e per sé la durata della convivenza tra i due dopo il divorzio, quanto piuttosto l’esistenza di una stabile relazione affettiva tra l’imputato e la persona offesa, relazione che ha creato reciproco affidamento e aspettative di assistenza, protezione e solidarietà (Cassazione penale, sez. VI, 22/02/2018, n. 19868).
Condannato per maltrattamenti il padre che colpisce il figlio con un mestolo di legno
Avv. Marco Trasacco | La Cassazione ha confermato la condanna per il reato di maltrattamenti emessa nei confronti di un padre che aveva colpito il figlio con un mestolo di legno. Per i Giudici l’episodio non può essere classificato come “abuso dei mezzi di correzione” in quanto si tratta di un caso palese di “maltrattamenti in famiglia” (Cassazione, sentenza n. 26927/18, sez. VI Penale, dep. 12.06.18).