Giurisprudenza di merito: il Tribunale di Ivrea ha stabilito che non basta un singolo episodio violento nei confronti della moglie per far scattare la condanna del marito per il delitto di maltrattamenti.
Non è sufficiente, per ritenere sussistente il reato di maltrattamenti in famiglia, un singolo episodio violento in quanto è necessaria una condotta abituale che consista in più atti lesivi dell’integrità, libertà e decoro della vittima o in atti di disprezzo e umiliazione che offendano la sua dignità.
Lo ha stabilito il Tribunale di Ivrea, sezione penale, con la sentenza n. 714/2016 (qui sotto allegata), nel procedimento nei confronti di un uomo, imputato del reato ex art. 572 c.p. per avere, secondo l’accusa, “maltrattato la moglie convivente picchiandola, ingiuriandola, minacciandola e sottoponendola abitualmente a una serie di atti lesivi dell’integrità fisica e della sfera morale al fine di costringerla ad un regime di vita dolosamente vessatorio“.
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