DL Carceri: il testo in Gazzetta
Decreto Legge 01.07.2013 n° 78 , G.U. 02.07.2013
In vigore dal 3 luglio 2013, a seguito della Pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il Decreto Legge n. 78/2013 (DL Carceri), contenente disposizioni tese a fornire una prima risposta al problema del sovraffollamento penitenziario e a sanare una situazione che espone il nostro Pease alle reiterate condanne da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Sul versante della deflazione carceraria, l’intervento legislativo si articola su due fronti:
1. La previsione di misure dirette ad incidere strutturalmente sui flussi carcerari
La modifica dell’art. 656 c.p.p., rubricato “Esecuzione delle pene detentive”. L’immediata incarcerazione è disposta per i condannati in via definitiva nei cui confronti vi sia una particolare necessità del ricorso alla più grave forma detentiva. Tra questi, oltre ai condannati per reati contemplati dall’art. 4-bis dell’ordinamento penitenziario, sono stati inseriti i delitto di maltrattamenti in famiglia commesso in presenza di minori di quattordici anni.
Nei confronti degli altri condannati si è intervenuti sulla cosiddetta “liberazione anticipata”, istituto che premia con una riduzione di pena, pari a 45 giorni per ciascun semestre, il detenuto che tiene una condotta regolare in carcere e partecipa fattivamente al trattamento rieducativo (v. art. 54 ord. pen). Sarà il pubblico ministero, prima di emettere l’ordine di carcerazione, a verificare se vi siano le condizioni per concedere la liberazione anticipata e investa, in caso di valutazione positiva, il giudice competente della relativa decisione. In questo modo, il condannato potrà attendere “da libero” la decisione del tribunale di sorveglianza sulla sua richiesta di misura alternativa.
Inoltre, per le donne madri ed i soggetti portatori di gravi patologie, viene ora data l’opportunità di accedere alla detenzione domiciliare nei casi in cui debba essere espiata una pena non superiore ai quattro anni.
Lavoro di pubblica utilità. Ampliata la possibilità per il giudice di ricorrere, al momento della condanna, ad una soluzione alternativa al carcere, costituita dal lavoro di pubblica utilità. Tale misura, prevista per i soggetti dipendenti dall’alcol o dagli stupefacenti, potrà essere disposta per tutti reati commessi da tale categoria di soggetti, salvo che si tratti delle violazioni più gravi della legge penale previste dall’art. 407, comma 2, lett. a), del codice di procedura penale (si veda l’art. 73, comma 5-ter D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309).
Misure alternative (flussi di ingresso e di uscita). Nella duplice prospettiva di ridurre i flussi in entrata ma anche di incrementare le possibilità di uscita dal carcere, si collocano infine le modifiche che prevedono l’estensione degli spazi di applicabilità di alcune misure alternative per determinate categorie di soggetti, che in passato erano invece esclusi, come i recidivi per piccoli reati.
2. Rafforzamento delle opportunità trattamentali per i detenuti meno pericolosi.
Al fine di alleggerire le tensioni che, in specie nel periodo estivo, possono più facilmente innescarsi sia tra i detenuti che nei confronti del personale penitenziario, il provvedimento estende la possibilità di accesso ai permessi premio per i soggetti recidivi e prevede l’estensione dell’istituto del c.d. lavoro all’esterno (art. 21 dell’ordinamento penitenziario) anche al lavoro di pubblica utilità (v. comma 4-ter del citato art. 21).
A seguito del via libera del Consiglio dei Ministri sul decreto in commento, il Presidente del Consiglio Enrico Letta aveva espresso la propria soddisfazione, considerando tale manovra una prima positiva risposta di dignità del Paese all’emergenza carceraria.
Di avviso opposto Giorgia Meloni, presidente dei deputati di Fratelli d’Italia, che alle agenzie di stampa ha dichiarato: “Davvero innovativa e rivoluzionaria la ”filosofia’ che il Governo Letta vuole seguire per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri. In sostanza: facciamo uscire i delinquenti condannati, estendiamo i permessi premio ai recidivi, rendiamo complice lo Stato dei nuovi reati che, statistiche alla mano, questi compiranno ma continuiamo a tenere in galera chi e’ ancora in attesa di giudizio e che oggi corrisponde a piu’ di un terzo della popolazione carceraria. E ovviamente non citiamo nemmeno gli accordi bilaterali per far si’ che gli stranieri possano scontare le pene nei loro Paesi di provenienza”.
Critiche sollevate anche dalla Unione Camere Penali Italiane, che parla di “una riforma a metà”, come illustrato nel comunicato del 26 giugno 2013.
(Altalex, 3 luglio 2013)
DECRETO-LEGGE 1 luglio 2013, n. 78
(GU n.153 del 2-7-2013)
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;
Rilevato che il perdurare del sovraffollamento delle carceri e il conseguente stato di tensione all’interno degli istituti evidenziano l’insufficienza dell’attuale disciplina a fronteggiare situazioni contingenti legate alla inadeguatezza delle strutture penitenziarie e del regime di esecuzione delle pene detentive;
Rilevato che la disciplina introdotta dalla legge 26 novembre 2010, n. 199, modificata dall’articolo 3 del decreto-legge 22 dicembre 2011, n. 211, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 febbraio 2012, n. 9, in materia di esecuzione presso il domicilio delle pene detentive non superiori a diciotto mesi, non si e’ rilevata sufficiente ad eliminare il gravissimo fenomeno del sovraffollamento delle carceri e che, in ogni caso, i suoi effetti cesseranno il 31 dicembre 2013;
Rilevato che non e’ stato completato il piano straordinario penitenziario e non e’ stata adottata la riforma della disciplina delle misure alternative alla detenzione;
Rilevato che la Corte europea dei diritti dell’uomo, con la sentenza 8 gennaio 2013, Torreggiani e altri c. Italia, ha assegnato allo Stato italiano il termine di un anno entro cui procedere all’adozione delle misure necessarie a porre rimedio alla constatata violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che sancisce il divieto di pene o trattamenti inumani o degradanti;
Ritenuta la straordinaria necessita’ ed urgenza di adottare misure per ridurre con effetti immediati il sovraffollamento carcerario;
Ritenuta, pertanto, la necessita’ e urgenza di introdurre modifiche alle norme del codice di procedura penale relative all’esecuzione delle pene detentive e alle norme dell’ordinamento penitenziario in materia di misure alternative alla detenzione e benefici penitenziari;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 26 giugno 2013;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro della giustizia;
Emana
il seguente decreto-legge:
Art. 1
Modifiche al codice di procedura penale
1. Al codice di procedura penale, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all’articolo 284, dopo il comma 1, e’ aggiunto il seguente:
«1-bis. Il giudice stabilisce il luogo degli arresti domiciliari in modo da assicurare le esigenze di tutela della persona offesa dal reato.»;
b) all’articolo 656 sono apportate le seguenti modificazioni: 1) dopo il comma 4, sono aggiunti i seguenti:
«4-bis. Al di fuori dei casi previsti dal comma 9, lett. b), quando la residua pena da espiare, computando le detrazioni previste dall’articolo 54 della legge 26 luglio 1975, n. 354, non supera i limiti indicati dal comma 5, il pubblico ministero, prima di emettere l’ordine di esecuzione, previa verifica dell’esistenza di periodi di custodia cautelare o di pena dichiarata fungibile relativi al titolo esecutivo da eseguire, trasmette gli atti al magistrato di sorveglianza affinche’ provveda all’eventuale applicazione della liberazione anticipata. Il magistrato di sorveglianza provvede senza ritardo con ordinanza adottata ai sensi dell’articolo 69-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354. La presente disposizione non si applica nei confronti dei condannati per i delitti di cui all’articolo 4-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354.
4-ter. Quando il condannato si trova in stato di custodia cautelare in carcere il pubblico ministero emette l’ordine di esecuzione e, se ricorrono i presupposti di cui al comma 4-bis, trasmette gli atti al magistrato di sorveglianza per la decisione sulla liberazione anticipata.
4-quater. Nei casi previsti dal comma 4-bis, il pubblico ministero emette i provvedimenti previsti dai commi 1, 5 e 10 dopo la decisione del magistrato di sorveglianza.»;
2) al comma 5, nel primo periodo, dopo le parole: «tre anni» sono inserite le seguenti: «, quattro anni nei casi previsti dall’articolo 47-ter, comma 1, della legge 26 luglio 1975, n. 354,»;
3) al comma 9, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) nella lettera a), il periodo: «423-bis, 624, quando ricorrono due o piu’ circostanze tra quelle indicate dall’articolo 625, 624-bis del codice penale, e per i delitti in cui ricorre l’aggravante di cui all’articolo 61, primo comma, numero 11-bis), del medesimo codice, fatta eccezione per coloro che si trovano agli arresti domiciliari disposti ai sensi dell’articolo 89 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, e successive modificazioni» e’ sostituito dal seguente: «572, secondo comma, e 612-bis, terzo comma, del codice penale»;
b) la lettera c) e’ soppressa;
4) al comma 10, primo periodo, dopo le parole: «da eseguire,» sono inserite le seguenti: «e se la residua pena da espiare determinata ai sensi del comma 4-bis non supera i limiti indicati dal comma 5,».
Art. 2
Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354
1. Alla legge 26 luglio 1975, n. 354, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all’articolo 21, dopo il comma 4-bis, e’ aggiunto il seguente:
«4-ter. I detenuti e gli internati possono essere assegnati a prestare la propria attivita’ a titolo volontario e gratuito nell’esecuzione di progetti di pubblica utilita’ in favore della collettivita’ da svolgersi presso lo Stato, le regioni, le province, i comuni o presso enti o organizzazioni di assistenza sociale e di volontariato. Si applicano, in quanto compatibili, le modalita’ previste nell’articolo 54 del decreto legislativo 28 agosto 2000, n.
274.»;
b) all’articolo 47-ter, sono apportate le seguenti modificazioni:
1) il comma 1.1 e’ soppresso;
2) al comma 1-bis, nel secondo periodo, le parole: “e a quelli cui sia stata applicata la recidiva prevista dall’articolo 99, quarto comma, del codice penale” sono soppresse;
3) il comma 1-quater e’ sostituito dal seguente: «1-quater. L’istanza di applicazione della detenzione domiciliare e’ rivolta, dopo che ha avuto inizio l’esecuzione della pena, al tribunale di sorveglianza competente in relazione al luogo di esecuzione. Nei casi in cui vi sia un grave pregiudizio derivante dalla protrazione dello stato di detenzione, l’istanza di detenzione domiciliare di cui ai precedenti commi 1, 1-bis e 1-ter e’ rivolta al magistrato di sorveglianza. Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui all’articolo 47, comma 4-bis.»;
4) il comma 9 e’ soppresso;
c) gli articoli 30-quater e 50-bis sono abrogati;
d) il comma 7-bis dell’articolo 58-quater e’ soppresso.
Art. 3
Modifiche al d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309
1. Nell’articolo 73 del testo unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, e successive modificazioni, dopo il comma 5-bis, e’ aggiunto il seguente: «5-ter. La disposizione di cui al comma 5-bis si applica anche nell’ipotesi di altri reati commessi da persona tossicodipendente o da assuntore di sostanze stupefacenti o psicotrope, salvo che si tratti di quelli previsti dall’articolo 407, comma 2, lettera a), del codice di procedura penale.»
Art. 4
Compiti attribuiti al commissario straordinario del Governo per le infrastrutture carcerarie
1. Nei limiti di quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 3 dicembre 2012, registrato alla Corte dei conti il 21 dicembre 2012, registro n. 10, foglio n. 144, che viene integralmente richiamato, le funzioni del Commissario straordinario del Governo per le infrastrutture carcerarie sono prorogate fino al 31 dicembre 2014 e sono altresi’ integrate fino alla medesima scadenza con i seguenti ulteriori compiti:
a) programmazione dell’attivita’ di edilizia penitenziaria;
b) manutenzione straordinaria, ristrutturazione, completamento, ampliamento delle strutture penitenziarie esistenti;
c) realizzazione di nuovi istituti penitenziari e di alloggi di servizio per la polizia penitenziaria, al di fuori delle aree di notevole interesse pubblico sottoposte a vincolo ai sensi dell’articolo 136 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;
d) destinazione e valorizzazione dei beni immobili penitenziari anche mediante acquisizione, cessione, permuta e forme di partenariato pubblico-privato ovvero tramite la costituzione di uno o piu’ fondi immobiliari, articolati in un sistema integrato nazionale e locale;
e) individuazione di immobili, nella disponibilita’ dello Stato o degli enti pubblici territoriali e non territoriali, dismessi e atti alla riconversione, alla permuta o alla valorizzazione al fine della realizzazione di strutture carcerarie, anche secondo le modalita’ di cui alla lettera d);
f) raccordo con il capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e con il capo Dipartimento per la giustizia minorile;
2. Gli atti del Commissario straordinario del Governo per le infrastrutture carcerarie, di cui al comma 1, lettere d) ed e), sono adottati d’intesa con l’Agenzia del demanio.
3. Il Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, esercita le funzioni di indirizzo, di vigilanza e controllo sull’attivita’ del Commissario straordinario del Governo per le infrastrutture carcerarie di cui al comma 1. Questi riferisce trimestralmente al Ministro della giustizia e al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sull’attivita’ svolta.
4. Gli atti del Commissario straordinario del Governo per le infrastrutture carcerarie di cui al comma 1 sono soggetti al controllo di regolarita’ amministrativa e contabile nei termini e con le modalita’ previsti dalla legislazione vigente. Il medesimo Commissario trasmette annualmente al Ministro della giustizia ed alla competente sezione di controllo della Corte dei conti una relazione sullo stato di attuazione dei compiti di cui al comma 1, a norma dell’articolo 15 del decreto legislativo 30 giugno 2011 n. 123.
5. Gli atti del Commissario straordinario del Governo per le infrastrutture carcerarie, di cui al comma 1, sono adottati nei limiti delle risorse disponibili sul cap. 5421 assegnato alla contabilita’ speciale del medesimo Commissario.
6. A decorrere dall’entrata in vigore del presente decreto, al Commissario straordinario del Governo per le infrastrutture carcerarie sono attribuiti i poteri derogatori, ove necessario, di cui alle Ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri nn. 3861/2010 e 3995/2012, limitatamente alle deroghe alla legge 29 luglio 1949, n. 717, e successive modifiche ed integrazioni, al decreto del Presidente della Repubblica 18 aprile 1994, n. 383, all’articolo 17 della legge 15 maggio 1997 n. 127, agli articoli 49 e 70 del decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163.
7. Fermo restando quanto gia’ previsto dal citato decreto del Presidente della Repubblica 3 dicembre 2012, al Commissario straordinario del Governo per le infrastrutture carcerarie e’ assegnata una dotazione organica di ulteriori quindici unita’, ripartite tra le varie qualifiche, ivi comprese quelle dirigenziali, secondo la pianta organica stabilita dal medesimo Commissario. Il personale proveniente dalle pubbliche amministrazioni, dalle Agenzie e dagli enti territoriali e’ assegnato, anche in posizione di comando o di distacco, secondo quanto previsto dai rispettivi ordinamenti, ai sensi del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, conservando lo stato giuridico e il trattamento economico in godimento con oneri a carico dell’amministrazione di appartenenza. Al fine di assicurare la piena operativita’ della struttura, il medesimo Commissario e’ altresi’ autorizzato a stipulare contratti a tempo determinato, nei limiti delle risorse disponibili sul cap. 5421 assegnato alla contabilita’ speciale del medesimo Commissario.
8. Sono confermate le risorse strumentali e finanziarie gia’ assegnate al Commissario straordinario del Governo per le infrastrutture carcerarie, nonche’ quelle gia’ disponibili sul cap. 5421 assegnato alla contabilita’ speciale del medesimo Commissario.
9. Al Commissario straordinario del Governo per le infrastrutture carcerarie non spetta alcun tipo di compenso.
Art. 5
Copertura finanziaria
1. All’attuazione delle disposizioni contenute nella presente legge si provvede mediante l’utilizzo delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.
Art. 6
Entrata in vigore
1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sara’ presentato alle Camere per la conversione in legge. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara’ inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addi’ 1° luglio 2013
NAPOLITANO
Letta, Presidente del Consiglio dei ministri
Cancellieri, Ministro della giustizia
Visto, il Guardasigilli: Cancellieri